Uno sguardo

Nei miei giorni di studio

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La stanza è buia, solo un po' di luce entra dalla finestra, quanto basta per vedere il contenuto dei monitor dei miei PC posti a pochi centimetri dal mio viso. Me ne sto comodo e disteso ed il mio respiratore emette l'unico suono udibile al ritmo costante del suo soffio d'aria, oltre spesso ad un sottofondo di un pezzo musicale adatto alla situazione. Il puntatore oculare risponde preciso ai miei comandi, così il freddo alle mie mani immobili non può frenare il flusso dei miei pensieri e l'elaborazione dei codici di programmazione che scrivo nell'assoluta concentrazione. So bene che ne oggi ne mai potrò comprendere tutto lo scibile umano, e nemmeno quell'infinito relativo al campo informatico, ma voglio provare a raggiungere solo i miei limiti e scoprire così quanto posso creare con la mia mente e lo strumento migliore che possa aiutarla: un computer.
Racconto così un momento dei miei giorni di studio e per dirla un po' con termini poetico-matematici, lo stato di grazia in cui mi ritrovo quando posso studiare è direttamente proporzionale agli sforzi da compiere per raggiungerlo, ma alla fine l'identità è soddisfatta sempre ed i valori trovati sono ottimi. Il mio tempo l'ho trascorso sempre con intensità, fra impegni e svaghi di ogni genere, però uno dei migliori modi di spenderlo e per sentirmi più realizzato, senza dubbio è stato ed è tuttora quello di studiare, di capire ciò che mi affascina, di chiarire relazioni intriganti. Nello studio la mente è tutto, i limiti fisici hanno ripercussioni meno rilevanti a parte dei tempi maggiori da sopportare, perciò posso ottenere risultati soddisfacenti tralasciando i muscoli assopiti e confrontarmi ad armi pari con chiunque. Quando ho iniziato l'università a 31 anni suonati, dopo altri tentativi falliti per la salute ed aver frequentato le superiori quasi sempre con preparazione da privatista, la motivazione principale è stata quella di misurarmi ancora una volta con me stesso, senza cercare gloria o titoli, poiché ho creduto sempre che solo così si può crescere e realizzare le proprie scelte, i propri sogni.
Naturalmente per una persona colpita da grave handicap fisico, il supporto indispensabile per seguire i corsi universitari dev'essere completo e facilmente ottenibile, altrimenti si creano altri ostacoli per i quali ci si potrebbe anche arrendere. Nella mia personale esperienza ho trovato un prezioso aiuto nella disponibilità dell'ufficio handicap dell'Università Statale di Milano, dove per mezzo delle nuove tecnologie hanno accettato fin da subito di registrarmi e poi fornirmi ogni lezione fatta in aula, oltre che di mettermi a disposizione un notebook moderno ed un sistema formidabile chiamato Eyegaze per il puntamento oculare d'interfacciamento al PC, di cui scrissi tempo fa su questa rivista. La tecnologia in queste situazioni è un'arma potentissima anche se costosa, ed andrebbe maggiormente considerata anche dalle istituzioni assistenziali come le ASL e/o i comuni. Per poter comporre relazioni scientifiche, elaborati matematici, testi semplici e grafici, sarebbe costato tantissimo incaricare altre persone ad aiutarmi, invece con i miei strumenti ho potuto svolgere tutto soltanto con i miei occhi, le decine di SW specifici installati e la mia grande passione per la tecnologia elettronica. Naturalmente è impossibile non menzionare Internet, la grande e importantissima rete nella quale confluisce tutto e di più, quasi a creare una nuova e diversa realtà parallela, ma che può rendere più facile anche quella quotidiana di chi è paralizzato nel corpo e non nella mente. Grazie alle sue proprietà di comunicazione ho svolto gran parte delle mie ricerche accedendo senza muovermi dal mio letto alle migliori enciclopedie e banche dati ubicate sui diversi server nel mondo, restando costantemente in contatto con i miei professori, ricercatori ed altri studenti, per confrontarci e scambiarci le conoscenze acquisite. In alcune occasioni, quando non mi è stato più possibile recarmi in sede dell'ateneo, attraverso la videoconferenza ho svolto comodamente e con ottimi risultati anche gli esami. Se dunque il problema di chi convive con problemi motori è spesso di non potersi muovere dal proprio ambiente domestico, mediante l'attrezzatura tecnologica adeguata si annullano le distanze fisiche, si minimizza l'uso della forza fisica e poi si favorisce l'indipendenza almeno nell'ambito dello studio o del lavoro: quando ho davanti un buon PC attrezzato posso e voglio fare da solo ciò che difficilmente farei con più assistenti al mio fianco, certamente invece ottimi per uscire a distrarsi o per permettermi altre azioni.
Ogni esame superato è stato un traguardo e qualche volta, quando era più dura del solito come per qualunque studente, ho pensato per un attimo di mollare, ma poi ricordando i buoni successi passati e pensando solo alle interessanti tecniche che avrei potuto conoscere, pur rallentando e misurando sempre di più le mie esigue risorse ho trovato la forza di continuare fino alla laurea. Una grande fortuna è stata quella di poter incontrare persone squisitamente disponibili, le quali comprendendo le mie particolari necessità mi hanno messo sempre nelle condizioni migliori per continuare. I professori dei miei corsi spesso potevo consultarli attraverso Skype e con l'e-mail, mentre i vari tutor mi preparavano i vari appunti ed esercizi in formato elettronico suggerendomi link da dove poter scaricare gli e-book più completi, dato che in Italia purtroppo c'è ancora carenza di certo materiale didattico.
Voglio però credere che ad ogni arrivo corrisponda sempre un punto di partenza, e così voglio interpretare il significato di questa sospirata laurea che mi porterà a percorrere altri percorsi di sfida, forse studiando ancora, o magari lavorando per sperimentare anche un impegno diverso, e grazie al cielo ho ancora la mente abbastanza funzionante quanto i miei PC, quindi posso e devo assolutamente non finire mai del tutto per non arrestare mai la mia vitalità.
Nel giorno della tesi ho sentito l'ansia scorrere nei pensieri, i quali parevano più veloci e confusi, però tutti i miei cari erano accanto a me e nella discussione, mentre le mie slide apparivano in base ai miei tempi di parola, ho seguito per gli ultimi minuti solo una logica sequenzialità d'espressione per non perdermi nelle emozioni, poiché anche questo è essere informatici, ma poi la pace è arrivata ed i professori in toga mi sembravano giudici supremi che per un istante non ho guardato e ho solo ascoltato sorridendo in cuore il loro giudizio: congratulazioni Salvatore la dichiaro Dr. in informatica!